sabato 26 maggio 2012

Brahim Sabbar in Italia


E' in Italia Brahim Sabbar!
Profilo
E’ Un attivista sahrawi dei diritti umani nel Sahara Occidentale sotto occupazione marocchina.
E’ Segretario generale dell’Associazione sahrawi delle vittime delle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dallo stato marocchino (ASVDH). E’ nato nel 1959 a Lagsabi, sposato e padre di tre figli.

Tra il 1981 e il 1991 viene arrestato e detenuto in segreto, “scomparso”. Il 14 agosto 1981 viene sequestrato nella città occupata di Dakhla, insieme ad altri sahrawi. Passa attraverso diversi centri di detenzione segreta tra cui il tristemente famoso Kaalat Mguna (Marocco), senza imputazioni e senza processo. Viene liberato il 22 giugno 1991, con altri 321 sahrawi.

Dopo la sua liberazione, nel 1994 partecipa alla costituzione del Comitato di Coordinamento delle vittime delle scomparse forzate, considerato come l’embrione del movimento per i diritti umani nei Territori Occupati.

Quando a partire dal 1999, inizia la protesta pacifica di massa, l’”intifada” sahrawi, Brahim Sabbar è alla testa del movimento di protesta e rivendicativo. Partecipa a numerose manifestazioni di protesta nei Territori Occupati e nello steso Marocco. Prende contato con le organizzazioni internazionali per i diritti umani per sensibilizzarli sullo stato della repressione.

Partecipa alla creazione, con diversi militanti sahrawi e marocchini, alla costituzione del “Forum Verità e Giustizia”, poi proibito dal Marocco, ed è eletto membro del suo Consiglio nazionale. E’ tra i fondatori dell’ASVDH, di cui viene eletto Segretario generale.

Nel 200 viene privato del passaporto.

Nel 2001 è tra i 36 difensori dei diritti umani condannati a tre mesi di prigione per aver partecipato ad una manifestazione pacifica a Rabat il 9 dicembre 2000.

A partire dal maggio 2005 nei Territori Occupati si fa più intensa la protesta contro la repressione. Brahim Sabbar è più volte arrestato nel corso dell’anno

Il 17 giugno 2006 viene arrestato, con Ahmed Sbai, a El Aiun dopo aver partecipato alla creazione di una sede dell’ASVDH a Bojador. L’AVSDH aveva appena pubblicato un Rapporto sulle violazioni dei diritti umani nei Territori Occupati, con il contributo di Sabbar. Intraprende più volte lo sciopero della fame, insieme ad altri prigionieri ed attivisti sahrawi, per protesta contro la repressione di cui sono vittime. Il 27 giugno 2006 viene condannato a due anni di prigione, per “disobbedienza” ad un agente carcerario. . In un successivo processo viene condannato ad un anno e sei mesi; in totale tre anni e sei mesi. Durante l’incarcerazione alla “Prigione Nera” di El Aiun denuncia torture e trattamenti disumani. Viene liberato il 17 giugno 2008.

Il 19 gennaio 2009 viene aggredito e picchiato selvaggiamente dalla polizia marocchina mentre cercava di raggiungere alcuni sahrawi accerchiati dalla gendarmeria a seguito di una manifestazione.

Privato del passaporto per 10 anni, l’ottiene al termine di una campagna internazionale e di uno sciopero della fame.

Dal 23 febbraio 2010 si reca per la prima volta con altri 10 difensori dei diritti umani nei Campi profughi sahrawi della regione di Tindouf (Algeria). Il loro rientro nel marzo nei Territori Occupati avviene con una missione di osservatori internazionali per prevenire la loro incarcerazione come era accaduto un anno prima ad altri attivisti. Il rientro avviene senza incidenti ma pochi giorni dopo, il 9 marzo 2010, Sabbar viene ferito dalla polizia nel corso di una manifestazione a El Aiun.

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